Passeggiata sul mare
- rossanazancanaro

- 3 mar
- Tempo di lettura: 4 min
Aveva appena finito di diluviare, atmosfera particolare per essere parte di un'ambientazione marittima.
La spiaggia fradicia, la sabbia inscurita, il cielo plumbeo che però non prometteva più tempesta e non riversava più alcuna goccia gelida al suolo, contro la superficie cerulea del mare: questo era ciò che c'era di più bello al di là degli ombrelloni colorati, chiusi e sotto i quali nessuno si riparava in quel momento. Le barche ormeggiate in lontananza se ne stavano lì, ferme, pacifiche, a dondolare dolcemente nell'aria fresca, quasi fredda anzi, che segue un acquazzone. Il porto si stagliava grigio dal lato opposto, mentre il chiacchiericcio che si respirava solitamente in quello stabilimento così come in tutti gli adiacenti era sostituito dal puro e solitario sciabordio delle onde contro la riva sabbiosa.
Se n'erano uscite facendo capolino da sotto il riparo della zona ristoro, i nasi all'insù ad indagare quel cielo traditore, tentando di capire se sarebbero state nuovamente sorprese dalla pioggia o se avevano finalmente il via libera, quel bizzarro pomeriggio di luglio. Ma il cielo sembrava affidabile, e loro comunque non avrebbero rinunciato a qualche altro passo lungo la linea frastagliata del mare prima di doverlo abbandonare.
Quelle abbandonate, prima di tutto, furono le infradito, riposte ordinate sotto l'ombrellone chiuso, dimenticate in fretta alle loro spalle in favore del senso di libertà che solo la sabbia tra le dita può trasmettere. La sabbia tra le dita, e l'erba fresca dell'alta montagna, forse. Sensazioni così opposte ma curiosamente analoghe. Abbandonarono le infradito insieme alle preoccupazioni riguardanti la pioggia, che tanto un paio di gocce d'acqua in testa non avevano mai ammazzato nessuno. Fossero poi due gocce o un acquazzone in piena regola, la differenza era poca.
Raggiunsero la riva in pochi secondi, lasciarono che le onde, ora lievi e delicate, lambissero loro le caviglie, e un'esclamazione di sorpresa abbandonò le labbra di una di loro.
"È così calda!"
E lo era. Messa a confronto con l'aria, irrimediabilmente raffreddata dalla pioggia, ora l'acqua del mare pareva essere un bagno caldo, e se non proprio caldo quantomeno tiepido.
Il loro passo frenò immediatamente. Non avevano più fretta, ora che avevano raggiunto l'acqua del mare potevano rallentare e godere di quegli ultimi minuti in santa pace, nel silenzio o tra pacate chiacchiere: non aveva importanza. Una delle due esibiva la maglia di una famosa band e degli occhiali da sole piuttosto superflui, l'altra portava una t-shirt a righe sottili e degli shorts a righe un po' più spesse, azzurre e bianche, in un abbinamento curioso ma decisamente non spiacevole alla vista. Tutt'altro, in realtà. Entrambe avevano capelli mossi dello stesso identico colore, l'una un po' più ricci dell'altra, però, e più corti anche. Tanto da non poter essere legati nella coda alta dell'altra, dalla quale comunque spuntavano ciocche qua e là che l'elastico non riusciva a raggiungere.
Fu lei, la ragazza-con-la-coda, a iniziare a raccogliere sassolini. Tanti piccoli sassolini colorati che spiccavano tra gli altri, che a loro volta creavano una scia scura in mezzo alla sabbia, un piccolo sentiero parallelo al mare, più sottile qui, più esteso là. Raccolsero i sassolini più curiosi, quelli a puntini, quelli verdi, i vetri rossi e blu, i pezzetti di vecchie piastrelle bicolori, frammenti di conchiglie. Li raccolsero creando un gruppetto colorato che una delle due conservava stretto in mano come un piccolo tesoro, mentre l'altra teneva in disparte alcuni altri sassi un po' più grandi, lisci, perfetti come fossero stati dipinti da un pittore troppo solerte.
Percorsero tutta la spiaggia finché un drappello di bassi scogli non bloccò loro la strada, e allora si fermarono, continuando a cercare e a raccogliere sassolini perché in quel punto pochi ci erano arrivati nelle loro passeggiate, e le pietre più belle erano ancora tutte lì, educatamente disperse fra le altre. Trovarono sassi di colori rari e osservarono l'acqua incunearsi tra le rocce mentre formava la consueta schiuma bianca, a volte delicatamente e altre volte alzando spruzzi freddi, sfocando le pietruzze del fondale ad ogni passaggio e sfiorando le alghe verdissime che ricoprivano un intero lato degli scogli. L'osservarono per un po', l'andirivieni del mare in quell'angolino dimenticato di spiaggia, le mani a lambire le onde, i piedi immersi nella sabbia, e gli occhi rivolti ai sassi. Chiacchierarono senza far troppo rumore, adeguandosi alla pace di quel luogo deserto, parlando di libri, di noia esistenziale, di frasi poetiche e di persone, e non fu molto diverso da tutte le volte in cui si erano trovate a parlare di cose serie e di cose leggere una sul divano e l'altra sulla poltrona, solo che con il rumore del mare e l'aria salmastra tutto intorno era un po' più bello, forse.
"Questo lo lascio, così che possa trovarlo qualcun altro" disse una delle due lasciando cadere un sassolino azzurro tra gli altri mille di mille tonalità di grigio. E l'altra sorrise.
Quando ne ebbero avuto abbastanza di raccogliere sassi e di cercare conchiglie, nonostante probabilmente avrebbero potuto restare lì per sempre o poco meno, senza doversi mettere d'accordo fecero dietro-front e si preparano a tornare indietro, là dove le attendeva la mamma di una e la zia dall'altra, cariche che coesistevano entrambe in una stessa persona dai capelli ricci più ricci anche di quelli della ragazza più riccia. Quella volta fecero il tragitto guardando per aria, e non più per terra. Osservarono il cielo che sembrava volersi schiarire nonostante fosse ancora grigio acciaio, notarono marginalmente i bagnini che iniziavano a sistemare nuovamente ombrelloni e sdraio per i bagnanti che forse sarebbero tornati, vista la fine del temporale, lasciarono che gli sguardi si perdessero lungo l'immensità del mare fino in fondo, all'orizzonte, preciso e lineare nel suo blu. E dire che fino a qualche tempo prima, quando la pioggia cadeva violenta battendo contro le tende parasole quasi a volerle sradicare, la linea dell'orizzonte era quasi sparita divenendo sfocata e sfumata, da grigio a grigio, mare e cielo fusi assieme grazie all'acqua che cadeva dall'uno unendosi all'altro.
Recuperarono le infradito, percorsero la strada a ritroso, e poi raccolsero ognuna le sue cose preparandosi a partire, mettendo al sicuro il loro piccolo tesoro di pietroline colorate mentre respiravano l'aria salmastra più che potevano.
E si lasciarono il mare alle spalle, non senza avergli lanciato un'ultima occhiata di commiato, continuando a chiacchierare fra loro in mezzo alla gente.
𝓪𝓵𝓵𝓪 𝓶𝓲𝓪 𝓬𝓾𝓰𝓲𝓷𝓮𝓽𝓽𝓪,𝓹𝓲𝓬𝓬𝓸𝓵𝓪 𝓮 𝓼𝓪𝓰𝓰𝓲𝓪.



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