4 Ottobre - Character needs a hug
- rossanazancanaro

- 15 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min

Ally viveva in campagna.
Aveva sistemato la casa della sua famiglia riempiendola di barattoli di marmellata e di animali da giardino, aveva sfruttato il suo talento nel cucire vestiti di ogni fattura per ritagliarsi un posto nella società del paese più vicino, e con il suo carattere dolcemente eccentrico si era guadagnata l'affetto delle persone, e delle ragazze in particolar modo.
Ally camminava tra l'erba alta con un ombrellino da sole che si era costruita con le sue mani, si era costruita senza l'aiuto di nessuno la staccionata che circondava il suo piccolo cortile, portava spesso i capelli sciolti ed era un'ottima consigliera. Le ragazze del paese, qualsiasi problema avessero, si recavano da lei certe che sarebbero andate via rasserenate.
Ally sosteneva di non fare nulla di che; preparava del tè, tirava fuori fette biscottate comprate all'alimentari e marmellata fatta in casa, e si predisponeva all'ascolto. Alla fine del resoconto, durante il quale inseriva pochi, pensati commenti di sostegno o indignazione a seconda della necessità, quando l'amica di turno si sentiva già più leggera, la salutava con un abbraccio.
Alcune ragazze inizialmente avevano accolto la cosa con un po' di diffidenza, ma Ally era sempre stata irremovibile: un buon abbraccio stretto sistema qualsiasi cruccio, e col passare del tempo perfino le più scettiche avevano dovuto ammettere che aveva ragione. Durante gli abbracci di Ally le ragazze percepivano la sofferenza, la rabbia, l'inquietudine e tutti i malumori restringersi e scemare; quando Ally le lasciava andare, il loro stato emotivo era talmente migliorato da essere impossibile da descrivere.
Sembrava una piccola magia.
La prima a esporre quella teoria era stata Silvia. Silvia aveva dodici anni, e le altre non l'avevano presa sul serio. Da lì in poi, però, quella che all'inizio era stata solo una sciocchezza aveva preso piede ed era diventata una vera e propria leggenda a cui tutte dicevano di non credere ma che si ripetevano sottovoce di continuo.
Iris era sposata da cinque anni, ed era una delle oppositrici più scettiche di quella teoria; quella settimana per la prima volta aveva litigato con suo marito in maniera particolarmente intensa, e ora si sentiva sfiduciata, triste, ferita. Aveva deciso quindi di testare sulla sua pelle i fantomatici poteri magici di Ally.
Si era recata a casa sua nel primo pomeriggio, portando un cesto di pesche del suo giardino.
Ally l'aveva accolta con il grembiule sporco di terra, l'aveva fatta accomodare senza chiederle nulla, come sapesse già il motivo della sua visita nel dettaglio, e aveva messo su l'acqua del tè. Aveva chiacchierato in tono leggero del tempo e dell'abbondanza del raccolto di quell'anno, e solo quando due tazze fumanti si erano trovate di fronte a loro le aveva fatto intendere di raccontarle cosa non andava.
Iris aveva parlato a ruota libera, intervallata unicamente di concisi e gentili commenti di Ally, e alla fine del pomeriggio, quando il vasetto di marmellata di more era arrivato a mostrare il fondo e il cielo a tingersi lentamente di arancio, si sentiva già molto meglio. Ma questo Iris se l'aspettava; non aveva mai sottovalutato il potere della condivisione.
Quando Ally la accompagnò alla porta, fu allora che fremette. Era quello il momento, l'istate che avrebbe potuto provare alle altre che le loro erano tutte illusioni, o magari che invece avevano sempre avuto ragione, anche se la sua mente razionale dava poco credito a quest'ipotesi.
La padrona di casa si fermò sulla porta, le tese il cesto dentro il quale Iris le aveva portato le pesche, e alla fine, appena prima che lei potesse scendere nell'aia, si allungò e la abbracciò.
Iris si trovò a disagio. L'abbraccio di Ally era incredibilmente lungo.
Cercò di restituirlo e al momento si trovò impaziente che quel momento imbarazzante terminasse il prima possibile, poi però, col passare dei secondi, si rese conto che si stava rilassando. L'abbraccio sembrava sempre più caldo, lei si sentiva sempre più distesa, con una serenità strana che le riempiva la mente come una lenta alluvione.
Si sentiva quasi intorpidita, forse dal profumo di Ally, floreale e di una dolcezza mai sentita prima, forse dalla stanchezza provocata dall'aver parlato infervorandosi per tutto il pomeriggio, forse per l'effetto di quell'abbraccio che chissà, magari era davvero un po' magico.
Iris non ne ebbe mai conferma.
Dopo qualche altra manciata di secondi Ally la lasciò andare, la sensazione di intorpidimento svanì ma quella di serenità rimase; tutto ciò che Iris seppe fu che tornò a casa sentendosi molto meglio e che questo era sicuramente merito di Ally.
E anche che fece pace con suo marito, ma questo, invece, non poté mai sapere se fosse merito di Ally e dei suoi piccoli poteri magici o meno.
Ma c'è da dire che a Iris, e di conseguenza anche alle altre, il sospetto che fosse così rimase per sempre.
lista Fic




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