top of page

FAIRY BUSH, M. N. Giorli - Recensione

  • Immagine del redattore: rossanazancanaro
    rossanazancanaro
  • 6 giu 2024
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 12 dic 2024

copertina del romanzo Fairy bush

Autore: Maria Novella Giorli


Editore:  self published


Vuoi leggerlo? Eccolo!


Genere: Letteratura per ragazzi, Fantasy, Urban Fantasy


Numero pagine: 296


Tempo e spazio: Irlanda, anni Settanta.


Età di lettura: 12-18 anni


Trama: Irlanda. Anni Settanta. Nella foresta di Finniwen si cela un villaggio magico, dove la vita scorre serena, sebbene da tempo una misteriosa malattia serpeggi fra i suoi abitanti. Perché alcune fate non riescono più a evocare i cerchi? Perché gli anziani si riuniscono in assemblee segrete? Sarà Ayla, una fata curiosa e spericolata, a cercare le risposte. A soli sedici anni la sua missione sembra impossibile: salvare il regno fatato insieme a una squadra di singolari creature. Durante il viaggio la giovane si vedrà costretta a fare delle scelte difficili e a mettere in crisi tutto ciò in cui crede, inclusi i suoi stessi sentimenti.


Recensione: Inquadrato come Urban Fantasy e rivolto a detta dell'autrice a un pubblico di tutte le età, Fairy Bush è un romanzo in terza persona con lo stile narrativo e la struttura di una fiaba. La protagonista, Ayla, è una fata, ma non una fata simile alle Winx: Ayla è proprio una fatina uscita dalle leggende irlandesi, microscopica, con poteri magici legati agli elementi, e che vive in un villaggio tra le piante e i fiori nascosta agli esseri umani.

Ayla è sbadata, pasticciona, e a differenza dei suoi coetanei non ha ancora scoperto la natura dei suoi poteri magici, cosa che la opprime molto. Parallelamente è intraprendente e curiosa, e sono proprio queste caratteristiche, unite a un buon pizzico di incoscienza, a far scoprire a lei e alla sua migliore amica Evleen la natura del morbo che sta minacciando la comunità.

La trama non fatica a ingranare, tutt'altro, il romanzo inizia proprio con le indagini delle due amiche e con i guai in cui Ayla rischia di cacciarsi; al contempo la prima parte del libro avanza senza fretta, con una progressione di eventi molto realistica. Per esempio, Ayla è destinata a intraprendere una missione, ma ha pur sempre 16 anni: gli anziani del villaggio e i suoi genitori non le permetteranno di partire così, allo sbaraglio, ma la aiuteranno a prepararsi e ad allenarsi adeguatamente, prima.

Questo, così come altri dettagli della vita nella comunità, mi ha trasmesso una sensazione di verosimiglianza che ho apprezzato molto perché permette di visualizzare l'ambiente, le scene, la vita, proprio come se stessero accadendo veramente.

E visto che siamo in argomento parliamo di worldbuilding, che ho trovato costruito molto bene seppur non descritto in maniera particolarmente estesa. Sono riuscita a immaginare gli ambienti così come a comprendere la struttura sociale della comunità delle fate mettendo assieme dettagli e brevi descrizioni che si trovano amalgamati nella narrazione. Non ci sono mai paragrafi descrittivi ma le informazioni compaiono qua e là, man mano che le avventure proseguono, inglobandomi all'interno dell'ambientazione in maniera davvero molto spontanea.

Lo stile narrativo non è complesso, ma lineare e pulito; utilizza termini chiari e semplici, così com'è anche la struttura delle frasi, e questo ha contribuito a darmi l'impressione di stare leggendo una vera e propria fiaba.

Il ritmo ho trovato sia riuscito a mantenere sempre alta la mia attenzione, e ben concentrata sulle vicende. Ayla e i suoi bizzarri compagni di viaggio attraversano un gran bel numero di prove e difficoltà per riuscire nella loro impresa, per non parlare dei misteri e degli enigmi che devono risolvere! Non c'è mai pausa per loro, e neanche per il lettore, soprattutto dal momento della loro partenza in poi, quando il ritmo si fa ancora più sostenuto.

Ayla, durante il suo lungo viaggio e le battaglie che affronta, scopre la verità riguardo molti aspetti della sua vita, del suo passato e della storia del suo popolo; questo è forse l'unico punto su cui posso muovere una piccola critica, perché spesso ho avuto l'impressione che queste scoperte arrivassero un po' troppo all'improvviso, quasi fossero state pensate sul momento invece che programmate. Forse mi sarebbe piaciuto vedere più indizi disseminati nel corso della storia, quel tipo di informazioni che al momento sembrano inutili e che poi a un certo punto, quando l'ultimo tassello del puzzle va al suo posto, acquistano un senso tutte assieme.

In ogni caso, per quanto sia grande fan dei dettagli sparsi, mi piacciono molto anche i colpi di scena, e in questo romanzo non mancano di certo! Sono più volte rimasta a bocca aperta assieme ad Ayla, e questo mi ha invogliata a proseguire la lettura sempre di più, tenendomi davvero incollata alle pagine soprattutto da un certo momento in poi (spoiler, quando compare un certo personaggio precedentemente nominato!).

I personaggi sono anch'essi molto fiabeschi a mio parere, e mi è piaciuta tanto questa caratteristica: ho trovato potenti anziani, folletti burberi, gnomi saggi, fate leggiadre e dall'animo puro. È stato davvero come tornare a leggere un libro sulle leggende del Piccolo Popolo, e secondo me questa capacità di riportarci un po' a essere bambini è una delle attrattive più belle di questo romanzo.

Ayla è l'unica che si discosta molto da quelle che potrei identificare come "caratteristiche standard" delle fate. Con la sua insicurezza iniziale, il suo carattere impulsivo e intrepido, il suo altruismo e la maturità che acquisisce nel corso della storia, la sua evoluzione è stupenda. Sento davvero di averla accompagnata nella sua avventura vedendola cambiare, pur rimanendo sempre fedele a sé stessa.

Mi è piaciuta molto come protagonista, e anche agli altri personaggi, con le loro caratteristiche distintive e i tratti più nascosti che si vengono a scoprire pian piano, mi sono affezionata.

Per concludere vorrei parlare di ciò che mi ha trasmesso Fairy Bush e delle emozioni che ho provato.

Fin dal principio mi ha infuso delle bellissime sensazioni di familiarità e di sicurezza che solo le letture di questo genere sanno darmi; infatti anche se questo romanzo mi sento di consigliarlo a persone di tutte le età, trasporta in una dimensione magica, sognante, e fatata che mi ha ricordato come mi facevano sentire le mie letture da ragazzina. Ed è qualcosa di speciale che tutti dovrebbero provare.

È stata una lettura serena, leggera nel suo senso più positivo, e ricca di buoni sentimenti. Ma non solo. Ho trovato anche sofferenza, sacrificio, perdita. L'autrice è riuscita a rendermi partecipe dell'avventura tanto che alcune scene mi hanno spezzato il cuore, è stata capace di farmi sentire il dolore di Ayla così distintamente che in più di una scena ho pianto. Così come nel finale, che mi ha commossa.


Perché leggerlo? Perché ti riporterà alle emozioni dei libri di quando si era più piccoli.

Perché è pieno di illustrazioni stupende!

Perché ti farà commuovere.

Perché oltre che di avventura, amore e amicizia, parla anche di ambiente!


Perché non leggerlo? Perché se non ti piacciono i fantasy non fa per te.

Perché se apprezzi romanzi lunghi e "impegnati" non è il tuo genere.

Perché devono piacerti le fate! Se non ti piacciono... non è il romanzo per te!

Commenti


bottom of page