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Femminismo e uomini discriminati.

  • Immagine del redattore: rossanazancanaro
    rossanazancanaro
  • 11 apr 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 17 mar 2022

Chi non ha mai sentito parlare di femminismo al giorno d’oggi?

Nessuno direi: è un argomento piuttosto caldo, ma nonostante ciò questo non ferma la disinformazione che dilaga a riguardo. Per questo voglio iniziare questo articolo riportando la definizione di femminismo (tratta dall'Enciclopedia Treccani, a questo link: http://www.treccani.it/enciclopedia/femminismo/ ): il femminismo è un “movimento di rivendicazione dei diritti economici, civili e politici delle donne”, orientato in particolare ad ottenere parità politica, sociale ed economica tra i sessi.

Non bisogna farsi ingannare dal nome: il femminismo non è l’opposto del maschilismo, perché non promuove una superiorità della donna sull'uomo; il maschilismo, invece, per definizione (sempre della Treccani) è un termine “usato per indicare l’adesione a quei comportamenti e atteggiamenti (personali, sociali, culturali) con cui i maschi in genere, o alcuni di essi, esprimerebbero la convinzione di una propria superiorità nei confronti delle donne sul piano intellettuale, psicologico, biologico, ecc. e intenderebbero così giustificare la posizione di privilegio da loro occupata nella società e nella storia”.


Chiarito questo punto, fonte di molte errate convinzioni riguardo il femminismo, spostiamoci ora verso il vero oggetto di questo articolo, ossia il tentativo di dare risposta a due domande strettamente legate l’una all'altra: gli uomini possono essere femministi? E: non sono anche loro discriminati nella società odierna?

Partendo da questa seconda domanda, la risposta è beh… più o meno. Forse la parola discriminazione non è la più corretta in questo contesto (non sei convinto? eccoti la definizione della Treccani per capire meglio), ma sicuramente anche gli uomini sono vittime di pregiudizi e stereotipi a dir poco spiacevoli.

Basti pensare all'infanzia, quando ad una certa età ai bambini maschi inizia a venir detto di smettere di piangere e di “non fare la femminuccia”; o al primo appuntamento, dove l’uomo si sente ed è socialmente considerato quasi obbligato ad offrire la cena; o ancora al fatto che le donne possono tranquillamente indossare abiti idealmente maschili (in passato non era così, ma oggi se indosso jeans e anfibi risulto perfettamente normale) mentre è scandaloso se un uomo decide di indossare una gonna; e a ognuno verranno sicuramente in mente numerosi altri esempi di questo genere.

Sono stereotipi che portano uno squilibrio tra uomini e donne, squilibrio che sembra pendere a favore di queste ultime, è indubbio. Ma se ci soffermiamo a ragionarci per più di una manciata di secondi, scalfendo la superficie e tentando di andare un po’ più in profondità, ci accorgeremo che queste ingiustizie hanno tutte un denominatore comune: l'inferiorità attribuita al femminile.

La mentalità patriarcale che ancora permea la nostra società considera la donna debole, fragile, inadatta a ricoprire posizioni di prestigio e di comando, spesso incapace di gestire le sue stesse emozioni. Ed ecco che diviene scandaloso per un uomo indossare una gonna, perché facendolo si accomuna alle donne, deboli e inette mentre al contrario l’uomo è superiore e dominante; e perché l’espressione “fare la femminuccia” è dispregiativa? Perché le femmine sono inferiori e quindi mostrarsi simile a una femmina risulta sconveniente; perfino pretendere sempre di offrire la cena è un comportamento derivante dal retaggio prevalentemente maschilista della nostra società, poiché dimostra il non riconoscere la propria compagna come una persona alla pari, in grado di mantenersi e, perché no, di omaggiare a sua volta il partner con una cena.

Il fatto che la donna e in generale tutto ciò che è femminile sia considerato inferiore in senso negativo, porta al fatto che qualsiasi uomo che mostri caratteristiche o comportamenti associati allo stereotipo femminile venga denigrato; e così se un uomo guadagna meno della compagna viene visto come un fallito, e se piange come un debole.

Da qui il concetto di mascolinità tossica, ossia quello stereotipo che promuove la mentalità dell’“uomo macho”caratterizzata da aggressività, misoginia e “forza”, e che spinge gli uomini ad essere un “vero uomo”, senza paura, che si occupa della famiglia, che ha la soluzione a tutto e, insomma, che è invincibile.

Il femminismo lotta per la parità sociale tra i sessi e perché il femminile non sia più considerato debole e inferiore ma alla pari del maschile; se questo accadesse non porterebbe benefici solamente alle donne, ma anche agli uomini, che non subirebbero più la pressione che la mascolinità tossica impone loro.

Risulta evidente che, per quanto assurdo possa sembrare, nel momento storico che stiamo vivendo gli uomini si trovano discriminati proprio dal sistema sociale patriarcale che li pone sul piedistallo dei privilegiati. Ecco perché mi riferisco alle discriminazioni di cui sono vittime gli uomini come a un effetto secondario della discriminazione delle donne: sono in primis le donne ad essere oppresse, discriminate, considerate inferiori in senso dispregiativo, e con meno diritti rispetto agli uomini, e questo porta conseguenze negative anche agli uomini stessi, nonostante la loro posizione privilegiata.

Per cambiare questa situazione non si può altro che tendere all'uguaglianza, e per farlo l’unico modo è combattere con e per le donne, convincendosi del fatto che un movimento che punta alla parità non può non partire dall'idea che le donne valgano quanto gli uomini.

Non sarebbe quindi anche nell'interesse degli uomini unirsi alla causa femminista?

Questo quesito ci riporta alla prima domanda a cui questo articolo voleva rispondere: gli uomini possono essere femministi?

La risposta è: ovviamente sì! Tenendo però bene a mente quanto detto finora, ossia che è solo estendendo i diritti delle donne fino a farli diventare pari a quelli degli uomini, che anche gli uomini potranno liberarsi degli stereotipi che li opprimono. La posizione dell’uomo all'interno del femminismo è fondamentale, ma egli non deve pretendere di determinare ciò per cui il movimento deve o non deve lottare, in che termini o in che modo; ciò che può fare è ascoltare, comprendere i problemi e le violenze cui le donne sono soggette ogni giorno facendo in modo che non accadano più, e soprattutto sfruttare positivamente la sua posizione privilegiata per diffondere i principi femministi.

In conclusione, trovo sarebbe conveniente per tutti sostenere il femminismo e tentare di raggiungere una parità di genere; dopotutto più diritti per alcuni vuol dire più diritti per tutti, e questo caso ne è una prova lampante.



Per approfondire alcuni degli argomenti trattati in questo articolo, consiglio la visione della serie di video "Parità in Pillole" di cimdrp, su YouTube a questo link: https://www.youtube.com/channel/UC6lugz23Bx97u7QDh8q5tDA .


1 commento


savoinimartina
13 apr 2020

Interessante come sempre! ^^


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