I FIGLI DEL CRATERE, A. Bonfanti - Recensione
- rossanazancanaro

- 11 dic 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 12 dic 2024

Autore: Andrea Bonfanti
Vuoi leggerlo? Eccolo!
Genere: Fantascienza, Distopico
Numero pagine: 174
Tempo e spazio: Terra, Italia, Lago di Como; XXVI secolo.
Età di lettura: dai 16 anni in su
Trama: Nel Ventiseiesimo secolo la crisi climatica ha quasi azzerato la vita sulla Terra e, dalle rovine di una civiltà tecno-dipendente e iper-connessa, è emersa una società di profughi. Mentre gran parte della popolazione mondiale cerca nello spazio una seconda possibilità, sulla Terra, nel fondale argilloso di quello che un tempo era un bellissimo lago, hanno trovato riparo i pochi sopravvissuti dell’Italia settentrionale. In questo luogo buio e polveroso, soprannominato “il Cratere”, vengono gettate le basi di una rinata umanità.
Ayzen Myoo ha ventisei anni ed è uno dei più desiderati gigolò del tempio di Mithra, epicentro dei servizi di natura spirituale e sessuale del Cratere. Da tempo ha perso la fede, così come i legami con la madre adottiva e sembra che niente e nessuno possa distoglierlo dal torpore della sua routine.
Il risvegliarsi di un potere decadente e corrotto, tuttavia, costringerà Aizen a confrontarsi con il suo misterioso passato e a mettere in discussione tutto il suo mondo, nel tentativo di riconciliare i figli del Cratere: da un lato la sua gente, il popolo dei bassifondi; dall’altra la civiltà degli Eletti, dispotica e assetata di potere.
Recensione: Ho letto “I figli del cratere” in brevissimo tempo rispetto ai miei ormai noti standard di lettura, sia perché non è un romanzo troppo lungo, sia perché mi ha catturata fin dalle prime pagine.
La prima cosa che mi viene in mente quando penso a cosa mi abbia affascinata, è la costruzione del mondo postapocalittico dove vivono i personaggi: ambientato in Italia, la società è ripartita tra l’élite che vive in superficie, e gli abitanti del Cratere, condannati a risiedere lontani dalla luce del sole e nella povertà, oltre che afflitti dalla piaga che queste condizioni di vita hanno generato.
Quest’idea alla base del worldbuilding l’ho trovata molto originale e interessante, ed è stata la miccia che ha acceso la mia curiosità. Unita, certo, alla storia del protagonista, Ayzen, e al sistema, che è appunto intrecciato a doppio filo con la sua storia, di mettere a disposizione servizi spirituali e sessuali uniti da un culto religioso decisamente non ordinario.
L’azione non tarda a partire, e questo è un altro fattore che porta a rimanere ben incollati al libro; nelle prime pagine incontriamo Ayzen e iniziamo a scoprire qualcosa di lui e delle poche persone considera amiche, dopodiché tutto accade molto in fretta, e siamo catapultati in un gran bel problema che prende del tutto alla sprovvista anche il nostro protagonista.
Da qui i tasselli di un grande puzzle inizieranno a posizionarsi, inizialmente in maniera ingarbugliata, man mano permettendo di unire i puntini e raccontando una storia di ribellione, coraggio, sacrificio, rivoluzione. Nessun personaggio che compare al fianco di Ayzen è lì per caso, ognuno racconta la sua storia che si intreccia a quelle degli altri e a quella di Ayzen stesso, e assieme a lui anche io ho scoperto per gradi tutte le risposte a quelle domande che, da orfano, l’hanno divorato per tutta la vita. Risposte che però si portano dietro anche delle scoperte tremende.
Senza fare spoiler, posso dire che i misteri che si celano dietro la struttura apparentemente cristallina della società del Cratere e al ruolo di Ayzen sono ben più oscuri di quanto mi aspettassi, con l’aggiunta anche di dettagli macabri e a tratti disturbanti, pur mantenendo il genere del romanzo sempre adatto a qualsiasi pubblico, a mio parere.
Entriamo un po’ più nel dettaglio riguardo i personaggi.
Ayzen è un personaggio particolare; introverso, mi verrebbe da dire schivo, fatica a fidarsi delle persone e per questo ho trovato la sua evoluzione nel corso della storia straordinaria. Se penso a com’era quand’è partito e a com’è diventato alla fine, con le sue scelte e la sua visione delle cose, è chiaro il segno di una maturità completamente nuova! Sotto questo punto di vista, è un personaggio che mi è piaciuto molto, nonostante la sua reticenza nel farsi conoscere.
I personaggi secondari non sono pochi, a partire dalla Sacerdotessa e madre adottiva di Ayzen, per passare poi a tutti coloro che lo aiuteranno e combatteranno con lui. In un certo senso il suo viaggio mi ha ricordato un po’ un videogioco, dove a ogni livello compaiono nuovi personaggi e si sbloccano nuove scoperte indispensabili per andare avanti.
Devo però dire che non sono riuscita a creare un legame con questi personaggi. Spesso dal momento del primo incontro al loro allontanamento da Ayzen trascorreva “narrativamente parlando” poco tempo, e questo non mi ha permesso di conoscerli abbastanza né quindi di affezionarmi a loro. Accade a un certo punto che un personaggio venga ucciso senza pietà, in un frangente davvero drammatico e orribile, ma perfino in questo caso non sono stata in grado di sentirmi partecipe del dolore. Ho percepito il tentativo dello scrittore di farmelo conoscere, inserendo dettagli e momenti più intimi che potessero creare un legame tra il personaggio e me- lettore, ma secondo la mia percezione il tempo è stato comunque troppo poco.
Questa considerazione si allarga anche alla narrazione in generale.
Lo stile è pulito, scorrevole, ha tenuto la mia attenzione sempre accesa e l’ho quindi apprezzato; aggiungo però che, a mio gusto, ho trovato la narrazione fin troppo svelta. L’azione si svolge senza troppi fronzoli, e se questo può essere un punto di forza, può secondo me anche ribaltarsi e diventare una debolezza.
Leggendo mi sono accorta che alle volte lo stile mi è sembrato troppo affrettato, mentre in altri punti c’erano spiegazioni, riguardo il passato, la società o la storia del Cratere, secondo me fin troppo premurose per cose che il lettore avrebbe potuto capire da solo.
Non farò neanche un commento sul finale, perché l’ho trovato molto bello: pregno di significato, mi è sembrato che fosse un po’ come la chiusura di un cerchio.
In conclusione sì, questo libro mi è piaciuto; avrei voluto perfino durasse di più! In modo da immergermi nella sua storia con i suoi personaggi ancora per un po’, ancora più a fondo.
E tra l’altro, di fantascienza ambientata in Italia ho sempre bisogno!
Perché leggerlo? Perché è un'avventura inaspettata.
Perché è ambientato in Italia!
Se ti piacciono i romanzi distopici e postapocalittici, fa al caso tuo (soprattutto per un dettaglio alla fine!)
Perché non leggerlo? Se preferisci letture prolisse e più complesse forse non fa per te.
Se cerchi fantascienza fatta di astronavi e viaggi straordinari, non credo faccia al caso tuo.




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