GLI ABISSI DEI PORCI, A. Montoro - Recensione
- rossanazancanaro

- 30 ago 2023
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 12 dic 2024

Autore: Alessandro Montoro
Vuoi leggerlo? Eccolo!
Genere: Fantascienza, Weird Sci-fi
Numero pagine: 204 circa
Tempo e spazio: Terra; 2119
Età di lettura: Qualsiasi
Trama: Marcus Talon è un matematico svizzero abitudinario, ma la sua routine dettata da lezioni in università e visite alla sorella e agli amati nipotini viene un giorno minata da una misteriosa convocazione da parte della Coalizione della Terra Unita. Un oggetto non identificato è infatti comparso dal nulla ed è precipitato nella Fossa delle Marianne, dal fondale scaturisce un segnale sconosciuto, e Marcus, assieme a una selezione delle più brillanti menti del mondo, dovrà cercare di scoprire di cosa si tratta. Presto però si accorgerà che la situazione è ben più assurda di quanto pensasse all’inizio, e forse anche molto più pericolosa…
Recensione: “Gli abissi dei porci” è un romanzo scritto perlopiù in prima persona, con l’aggiunta nella seconda metà del romanzo di alcuni capitoli in un differente Point of View e di altri in terza persona.
La trama non tarda a partire, anzi: le prime righe del primo capitolo ci fanno piombare al fianco del nostro protagonista, Marcus Talon, e abbiamo giusto il tempo di vedere una sua breve presentazione che la Coalizione ci catapulta all’interno del centro operativo assieme a lui e a tutti gli altri studiosi.
Parliamo innanzitutto della trama.
“Gli abissi dei porci” è un romanzo a cui bisogna dare fiducia.
L'inizio, infatti, trovo abbia un ritmo un po' statico: Marcus viene aggiornato sul misterioso oggetto precipitato dallo Spazio, sulla missione, sul ruolo che dovranno ricoprire lui e gli altri studiosi, e poi partecipa a riunioni, dibattiti, pranzi e cene durante i quali inizia a stringere qualche amicizia; con un ritmo, appunto, non particolarmente vivace. Trovo comunque sia una scelta interessante perché contribuisce a rendere la narrazione realistica: l'andamento delle cose viene raccontato esattamente come accadrebbe nella realtà, con una verosimiglianza invidiabile, qualità bizzarra visto che parliamo di un libro di fantascienza!
Nella prima parte del romanzo, quindi, seguiamo l'andamento delle indagini attraverso gli occhi di Marcus, e ci troviamo assieme a lui quando si presenta il primo colpo di scena della storia. Ciononostante, dopo questa svolta la storia continua pressoché col ritmo di prima.
Bisogna aspettare la seconda metà del romanzo per vedere un vero mutamento di regime, e per questo dicevo: bisogna dargli fiducia. All'improvviso, senza quasi accorgermene, mi sono ritrovata incollata alle pagine tanto da finire tutto il libro in un batter d'occhio. E inoltre, più andavo avanti più la storia diveniva incredibile, assurda, allucinogena mi verrebbe da dire, trascinandoci in una fantascienza che da distopico diventa molto più particolare. Ciò che salta fuori da questo oggetto non identificato e le conseguenze che il mondo deve affrontare sono folli, descritte graficamente e con una capacità notevole di creare nella mente di noi lettori le immagini precise di ciò che Marcus vede e vive. Mi ha davvero affascinata questo risvolto di trama, così come la capacità dello scrittore di non far mai sospettare cosa succederà dopo e cosa vogliono dire alcuni indizi seminati qua e là.
Il finale, in particolare, mi ha scioccata. Nell'ultimo- direi- quarto del romanzo l'atmosfera comincia a diventare sempre più inquietante e oscura, tanto da farmi arrivare a determinate intuizioni e poi metterle in dubbio subito dopo, farmi dubitare di ciò che credevo di capire, e farmi perfino sperare di aver frainteso altre situazioni. Il finale mi ha lasciata in sospeso, quando ho staccato gli occhi dall'ultima pagina ho avuto la sensazione di essere appena uscita da un'allucinazione, e sinceramente mi ero talmente calata nel mondo distopico di Marcus che vedere intorno a me il mio solito mondo mi ha quasi sorpresa.
Ora, parliamo proprio di Marcus. Marcus è un personaggio che così come lo conosciamo all’inizio, rimane per tutta la narrazione: posato, sicuro di sé, preferisce ascoltare piuttosto che parlare, è ben consapevole della sua intelligenza e, nonostante non lo faccia pesare, alle volte ascoltando i suoi pensieri si percepisce un velo di superiorità nei confronti delle persone con cui viene in contatto. Possiamo biasimarlo? Forse no visto che, fatta eccezione per pochi colleghi che diventeranno per lui quasi amici, gli altri scienziati convocati dalla Coalizione si comportano spesso in maniera impulsiva e, perché no, anche un po’ sciocca. Trovo che Marcus sia stato costruito in maniera sapiente ma soprattutto verosimile, caratteristica che ricerco attentamente e che apprezzo più di tutto all’interno dei libri: è uno scienziato e un professore, non mi sarei aspettata una personalità turbolenta o lo stereotipo del “genio folle”, quindi ho trovato perfette le sue caratteristiche che sicuramente non lo renderebbero il protagonista adatto a un romanzo d’avventura, ma lo rendono reale. Un esempio? Marcus è intelligente, certo, ma le sue scoperte e intuizioni non piovono dal cielo: in svariate occasioni lo si segue mentre si rinchiude in camera e studia, studia, studia… si percepiscono il sacrificio e la fatica, che poi danno i loro frutti. E questo è un particolare che mi è piaciuto moltissimo anche perché rinforza una visione molto più plausibile e a mio parere giusta dei risultati accademici e di carriera, frutto del duro lavoro e non dell’essere “i prescelti”.
Incontriamo poi alcuni personaggi secondari, i più importanti dei quali sono sicuramente la biologa Elise Minerva e l’ingegnere Dario Solda, Aurora la sorella di Marcus, e pochi altri che si ritaglieranno spazi più o meno importanti nel corso della narrazione e di cui non farò i nomi per evitare spoiler 😉. Chi non rientra nella definizione di personaggio secondario resta estremamente sullo sfondo: degli altri scienziati convocati dalla Coalizione per esempio raramente (se non mai) vengono forniti i nomi, e i loro interventi risultano un rumore di fondo, chiassoso, confusionario e inutile. L'impressione che ho avuto è che questa sensazione fosse esattamente ciò che lo scrittore voleva dare.
L’impressione che ho avuto dei personaggi secondari, invece, è stata che avessero un po’ tutti “la stessa voce”: anche quando il Point of View cambia e seguiamo la storia dagli occhi di qualcun altro e non più di Marcus, o quando il narratore passa dalla prima alla terza persona, lo stile narrativo non si modifica più di tanto. I termini utilizzati, la maniera con la quale vengono costruite le frasi, quelle piccole caratteristiche che distinguono il modo di esprimersi di ognuno, non mutano tanto da farci percepire il cambio di narratore, ed essendo la caratterizzazione dei personaggi un aspetto a me molto caro, ne ho sentito un po' la mancanza.
Un altro aspetto che mi ha sorpresa è stato il worldbuilding. La nostra storia è ambientata nel 2119, e se da un lato l'organizzazione mondiale (con una Coalizione del Mondo unito e tutto il resto) ci mostra una certa evoluzione della società, dall'altro mi sarei aspettata la presenza di tecnologie innovative almeno in qualche ambito della vita. Invece vediamo Marcus e gli altri muoversi in un mondo che presenta automobili pressoché come le nostre, caffè, sigarette, cibi identici a quelli che consumiamo abitualmente ai giorni nostri, lavagne universitarie con gessetti e cancellino, e così via. Come sappiamo, la presenza di tecnologie innovative e fantastiche non è un aspetto imprescindibile perché un romanzo sia fantascientifico, però visto che l'ambientazione è futuristica sarebbe stato interessante trovare anche solo citata qua e là qualche invenzione innovativa!
Lo stile della narrazione è lineare, diretto, e mi verrebbe da dire essenziale. Non si perde in contorno e rende la lettura molto fluida e agile essendo dotato di frasi brevi, anche se a mio parere forse un po' troppo, e un linguaggio informale, adatto alla narrazione in prima persona ma forse a tratti eccessivamente colloquiale.
In conclusione, secondo me "Gli abissi dei porci" è un romanzo molto valido e un'ottima scelta per chi volesse approcciarsi alla fantascienza italiana.
È una storia originale, genialmente conturbante, con un'evoluzione che lascia senza parole, e che consiglio a chiunque piacciano il genere distopico e le storie fuori dal comune.
Perché leggerlo? Perché è assurdo, pazzo, accattivante, sconvolgente!
Perché se ti piace la fantascienza, devi dare una chance a quella italiana.
Perché ti sfido a prevedere il finale e scommetto che non ci riuscirai mai!
Perché non leggerlo? Se le storie fantastiche non sono il tuo genere, questo romanzo non fa per te.
Se non ti piacciono indagini, scienza e minacce aliene, allora non è il libro adatto.




Commenti