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NINA, NON AVER PAURA, Vanessa Barbuto - Recensione

  • Immagine del redattore: rossanazancanaro
    rossanazancanaro
  • 23 ott
  • Tempo di lettura: 4 min
copertina del romanzo I figli del cratere

Autore: Vanessa Barbuto


Vuoi leggerlo? Eccolo!


Genere: Narrativa Sportiva


Numero pagine: 363


Tempo e spazio: Giorni nostri, Roma


Età di lettura: > 13


Trama: I Giochi Olimpici a Roma sono una grande opportunità per il calcio femminile italiano. Lo sa bene Serena Villa, calciatrice azzurra, che si ritrova protagonista di uno dei sogni più grandi di quando era bambina. Accompagnata dalla migliore amica Prisca Parino, stella della Nazionale, dalle sue compagne di squadra, e da una relazione segreta con un calciatore dell’Under-23, Serena avrà l’occasione di dimostrare sul campo il suo valore e di attirare l’attenzione del club in cui ha sempre voluto giocare.

Tra infortuni improvvisi, scappatelle notturne, segreti che vengono a galla, tensioni sfogate in partitelle a ping-pong, e lo sfondo di una Roma magica, le nostre azzurre si preparano a scendere in campo. Consapevoli che niente sarà più come prima.


Recensione: Torniamo a parlare di sport, e questa volta di calcio perché il romanzo di cui parliamo oggi è Nina, non aver paura di Vanessa Barbuto, un romanzo di narrativa sportiva che fa parte del ciclo delle Olimpiadi Romane.

Come saprà chi ha letto, della stessa serie, Dai tuffi al cuore, un tratto distintivo della scrittrice è aprire il romanzo con un “disastro sportivo”, e questo è ciò che accade anche a Serena, la protagonista. Grazie a questo evento la conosciamo subito sotto alcuni dei suoi aspetti meno perfetti, più fragili, e questo è qualcosa che apprezzo molto perché mi ha permesso di entrare in empatia con lei fin dal principio.

Serena è una ragazza che definirei ambivalente; da un lato la vediamo vivere momenti in cui l’insicurezza prende il sopravvento, soprattutto quando si tratta della sua carriera. In più di un’occasione ho percepito la paura di non essere abbastanza, la fatica di reggere le aspettative, ma ho anche sentito la sua ansia, argomento che mi sta a cuore e per questo che ho riconosciuto essere stato descritto molto bene. Per esempio in una scena al telefono, dove è suo fratello a suggerirle cosa dire, un momento tenero e umano, che al contempo mi ha trasmesso quel senso di ansia che ti blocca oltre a farti venire il batticuore.

C’è però anche un lato di Serena molto diretto e risoluto che ho visto uscire particolarmente al fianco di Lorenzo, il suo fidanzato “segreto”. Con lui Serena ha un rapporto fatto di momenti intensi e molto belli, mi è piaciuto soprattutto come il legame tra loro non sia costruito su cliché, ma su un equilibrio reale: a volte è Serena quella più lucida e pragmatica, quella che lo aiuta a vedere le cose con più chiarezza e a rimetterle nella giusta prospettiva. Lorenzo è la sua roccia, il punto fermo che le da forza, ma non nasconde al contempo i suoi lati irrazionali, impulsivi e anche un po’ insicuri.

Un’altra figura di spicco è sicuramente Prisca, la migliore amica di Serena. Dove c’è l’una c’è anche l’altra, e per questo il tema del cambiamento e della crescita del romanzo passa necessariamente anche attraverso di loro, che sono insieme da quando erano bambine. Prisca mi ha spiazzata per la sua schiettezza, ammetto che a tratti risulta fin troppo diretta, ma la realtà è che la si ama proprio per questo. È una persona senza filtri, che c’è sempre per Serena nel bene e nel male, quando deve sostenerla e anche quando serve rimproverarla, o spronarla un po’ a modo suo!

Una larga parte del romanzo è occupata dalle partite olimpiche della nazionale, e anche se devo ammettere di non essere un’esperta di calcio, le partite mi hanno coinvolta tantissimo. Sono descritte con un’intensità che trasmette la tensione e l’adrenalina del momento, ma anche tutta la carica emotiva che accompagna i personaggi, e intendo tutti: le altre ragazze della squadra non sono meno importanti, ho imparato a conoscere anche loro e a capire che, proprio come nel loro sport, anche nell’andamento del romanzo ognuna di loro ha un ruolo fondamentale. Inoltre le partite sono descritte con un livello tecnico molto elevato- credo, per quanto possa capirne io. Le azioni sono descritte dettagliatamente ma sempre in modo che anche una completa inesperta come me le possa seguire senza perdersi nulla, ma anzi venendo davvero risucchiata nella scena. Forse alla fine devo dire che le parti di partita sono state proprio le mie preferite!

Nel complesso, Nina, non aver paura è una storia che parla di crescita, di coraggio e di vulnerabilità. Mostra quel momento di passaggio verso la vita adulta dove ti trovi spaesato, in bilico tra i tuoi sogni e la paura di metterti in gioco, quel periodo dove sai che presto tutto cambierà e non sai se esserne spaventato o impaziente. È un romanzo che si legge d’un fiato e che consiglio non solo a chi ama le storie di sport, ma anche a chi vuole ritrovarsi in una protagonista tenace ma insicura, certa dei suoi sogni eppure ansiosa; insomma, umana.



Perché leggerlo? Se ti piace lo sport e in particolare il calcio

Se vuoi leggere di donne che cercano il loro posto nel mondo.

Se ti piacciono romanzi dove azione, segreti, amicizia e amore si fondono.


Perché non leggerlo? Se non ti piace leggere di sport.

Se preferisci gli sport romance puri... ma io te lo consiglierei lo stesso!

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