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BLACKWATER saga, M. McDowell - Recensione

  • Immagine del redattore: rossanazancanaro
    rossanazancanaro
  • 8 giu 2023
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 12 dic 2024


copertine della saga Blackwater

I capitoli della saga:

  1. La piena

  2. La diga

  3. La casa

  4. La guerra

  5. La fortuna

  6. Pioggia



Autore: Michael McDowell


Vuoi leggerlo? Eccolo!


Genere: Saga familiare, Horror gotico


Numero pagine: 256 + 189 + 179 + 184 + 186 + 208 1202


Tempo e spazio: Perdido, Baldwin County, Alabama; dal 1919 fino a circa gli anni '60


Età di lettura: Qualsiasi


Trama: La saga ruota attorno alle vicende della ricca famiglia Caskey, proprietaria della più importante e redditizia segheria di Perdido, e ha inizio nel 1919 quando la città viene alluvionata dall'esondazione dei due fiumi che la circondano, il Perdido e il Blackwater.

Oscar, il figlio maggiore della famiglia Caskey, sta scandagliando la città a bordo della sua barca quando all’ultimo piano dell’Osceola Hotel trova una donna: Elinor Dammert, misteriosa, seducente e dai lunghi capelli ramati, dice di essere rimasta bloccata nella propria stanza per tutti i quattro giorni dell’inondazione e di essersi recata in città per lavorare come maestra.

Mary-Love, matriarca della famiglia Caskey, non si fida di lei, ciononostante Elinor si insinua fin da subito nelle dinamiche familiari e all'interno della comunità, sconvolgendone la tranquillità. In poche pagine si scopre infatti che Elinor nasconde un grande segreto.

Dopo la tragica piena la città si adopera per rimettersi in piedi, e i sei volumi continuano a seguire le evoluzioni della famiglia Caskey e di tutti coloro che le gravitano attorno, tra intrecci, instabilità sociali, e situazioni familiari intricate e decisamente inusuali.


Recensione: Blackwater è un romanzo a episodi, sei per la precisione, scritto in terza persona e con un ritmo narrativo molto particolare: a tratti risulta pacato, calmo, come a ricalcare il ritmo della vita a Perdido negli anni '20; l'attimo dopo diventa un susseguirsi di colpi di scena ed eventi inaspettati; per trascinarci altre volte ancora avanti di parecchi anni, in salti temporali un po' spiazzanti (che sono anche un utile escamotage narrativo).

I personaggi che seguiamo sono gli esponenti della casata Caskey, e specialmente le donne, che tengono le redini della famiglia e creano una gestione totalmente matriarcale della stessa. Tra amore, odio, dispetti, faide, e patti bizzarri, le vicende non sono mai scontate e tengono incollati alle pagine dal primo al sesto volume, senza eccezioni.

In particolare osserviamo la vita di Elinor, che è di fatto l'elemento che va a sconvolgere e rimescolare il fragile equilibrio della famiglia. Elinor è un mistero, e lo è fin dal suo primissimo ingresso in scena, fin dal modo in cui entra nelle vite dei Caskey.

L'incipit può sembrare semplice e forse perfino un po' lento, ma basta superare poche decine di pagine per venire smentiti col primo colpo di scena, un fatto sconvolgente che sarà il primo di tanti e che ha come protagonista proprio Elinor.

Da qui in poi, la saga si legge d'un fiato, non scherzo.

Per tutta la durata del romanzo i colpi di scena si alternano a racconti di vita, e arrivano sempre quando meno ce li si aspetta. Senza anticipazioni, senza fronzoli, ed è proprio così che il romanzo esterna la sua vena sovrannaturale. I momenti in cui la trama da pura narrazione familiare diventa horror compaiono improvvisi e direi anche violenti; sono inquietanti e disturbanti, e il fatto che vengano inseriti in un contesto di vita tanto quotidiana e "normale" acuisce queste sensazioni.

Se devo trovare un appunto a riguardo, c'è da dire che essendo Blackwater descritto ovunque come "horror gotico", personalmente mi aspettavo che gli elementi di questo genere fossero molto più numerosi e che la trama fosse prevalentemente horror, in stile Stephen King insomma: così non è, e infatti io lo descriverei più come una saga familiare con elementi sovrannaturali.

Ciononostante non trovo sia un aspetto negativo: sì, le scene e gli avvenimenti horror sono più sporadici di quanto avessi previsto, ma sono così ben amalgamati all'interno della storia che li ho trovati comunque perfetti. Inoltre, da un certo punto in poi questa vena sovrannaturale inizia a permeare la narrazione molto di più, gradualmente si svelano alcuni misteri, ed essa diventa elemento sempre più centrale e al contempo un sottofondo costante che accompagna la storia della famiglia.

Insomma, il ritmo secondo me è ben bilanciato, il livello di inquietudine e angoscia che creano le scene horror l'ho molto apprezzato, da amante del genere, e le avventure dei Caskey risultano contemporaneamente bizzarre e quotidiane, "normali" come quelle di qualsiasi famiglia e del tutto inusuali, e perciò magnetiche.

Credo sia proprio la "saga familiare", più che il mistery, ad avermi ammaliata.

I Caskey sono tutti particolari, ogni personaggio presenta le sue singolarità, e dato che la trama si svolge lungo decenni, molti di loro li vediamo nascere e crescere, altri maturare e invecchiare. Questo chiaramente porta il lettore (o quantomeno me) ad affezionarsi moltissimo a tutti loro.

Man mano che leggevo ho cambiato personaggio preferito mille volte, alcuni prima li odiavo e poi finivo per adorarli, di altri ho cambiato totalmente idea, alcuni li ho mal sopportati per tutta la saga e altri ancora sono transitati dando il loro piccolo contributo mai trascurabile: esattamente come nella vita. La cosa straordinaria dei personaggi è proprio questa, che ora, a saga conclusa, mi sembra di averli conosciuti sul serio. Sono tutti così umani, fallibili, diversi, reali, con i loro tratti distintivi e i loro difetti, e i caratteri ben definiti perché se c'è una cosa che accomuna tutti i Caskey è che le loro caratteristiche sono molto nette e delineate.

Pochi concittadini dei protagonisti si ritagliano uno spazio importante nella narrazione, la maggior parte di loro rimane di sfondo, con eccezion fatta per i domestici della famiglia, giovani ragazze e ragazzi neri che seguiamo nelle loro vite e a cui non si può non affezionarsi.

Il finale è un non-finale secondo me (non è un finale aperto però, tranquilli!), ma anche qui, ha perfettamente senso: Blackwater è stato un viaggio attraverso decenni, facendo da spettatori alle vicende di una famiglia intera che esisteva prima che noi guardassimo e che continuerà a esistere dopo. Come nella vita, anche qui le generazioni continueranno a susseguirsi, i personaggi che lasciamo a un certo punto delle loro vite continueranno ad andare avanti, moriranno vecchie leve e nasceranno nuovi figli; semplicemente noi non saremo lì a guardare.

Al contempo, il finale è la chiusura di un cerchio. Incipit e fine, come siamo partiti terminiamo, e questo secondo me l'ha reso molto delicato e poetico.

In conclusione, Blackwater è un romanzo che mi ha fatta appassionare, piangere, stupire, turbare, che mi ha lasciata a bocca aperta innumerevoli volte e donato il desiderio di poter non fare altro nella vita se non leggerlo, che mi ha fatta affezionare così tanto ai personaggi da farmi sentire, ora, orfana di una famiglia intera.

Lo consiglio? Sì sì sì assolutamente sì.

E vorrei solo poter tornare indietro nel tempo per poterlo leggere di nuovo per la prima volta.


Perché leggerlo? Se ti piacciono le storie familiari intricate e mai semplici, è il romanzo per te!

Perché i personaggi sono tra i più memorabili che io abbia incontrato.

Perché il sovrannaturale c'è poco ma quel poco merita l'attesa, e se ti piace il genere non puoi fartelo scappare!


Perché non leggerlo? Se sei facilmente impressionabile e lo splatter ti turba, forse fossi in te ci ripenserei.

Perché se ti annoiano le storie familiari e seguire più personaggi nelle loro vite, allora temo non faccia per te.

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