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LA LUNGA MARCIA, S. King - Recensione

  • Immagine del redattore: rossanazancanaro
    rossanazancanaro
  • 25 ott 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 dic 2024


copertina del romanzo la lunga marcia

Autore: Stephen King


Vuoi leggerlo? Eccolo!


Genere: Fantascienza distopica, Horror


Numero pagine: 230-280 a seconda dell'edizione


Tempo e spazio: USA; futuro distopico imprecisato


Età di lettura: 14+


Trama: In un futuro distopico caratterizzato dalla severa dittatura del "Maggiore", ogni anno, puntuale e implacabile, si tiene La Marcia, una competizione mortale che promette ricchezze illimitate per il vincitore, ma che garantisce anche la morte di tutti gli altri. Ray Garrety, 16 anni, milita tra i cento partecipanti tra i quali, durante il percorso da incubo che si estende dai confini col Canada fino a Boston, si instaureranno conflitti e sfide, ma anche rapporti di solidarietà, amicizia, e sicuramente follia.


Recensione: “La lunga marcia” è onestamente uno dei miei libri preferiti di King. Ma non fatevi prendere subito dall’entusiasmo: se cercate un horror classico, cascate male. “La lunga marcia” è piuttosto un horror prevalentemente psicologico (nonostante i dettagli splatter non manchino) che, come a Stephen King piace fare, indaga animo e mente umani quando sottoposti a pressione. E lungo la trama di questo romanzo di pressione se ne trova molta. Una caratteristica che ho sempre ammirato di questo scrittore è la sua capacità di creare ansia, di farla crescere pian piano e di non permetterle mai di calare (tanto che da ragazzina avevo spesso bisogno di piccole pause durante la lettura). Qui l’ansia sale, non ci abbandona mai fino in fondo, fino alla vera fine, lasciando col fiato sospeso anche quando voltiamo l’ultima pagina e non troviamo più nulla.

Ciò che rende horror “La lunga marcia” non è la presenza di mostri o sangue, quanto piuttosto il macabro che muove l’idea stessa della Marcia: divertimento per un pubblico isterico, folle, che a tratti pare quasi dissociato dalla realtà sembrando, fatta eccezione per i pochi parenti dei partecipanti, non rendersi conto della tangibilità della morte a cui stanno assistendo; ma anche sottomissione del popolo da parte di un governo che ne uccide tutti i giovani più forti. Tranne uno.

La vicenda vera e propria ad un certo punto della narrazione diviene quasi di contorno ai rapporti fra i personaggi, alle loro storie e alle loro introspezioni, e sono tutti personaggi estremamente reali, vivi, come sono sempre nei libri di King. Ad ogni pagina che voltiamo li conosciamo tutti un po’ di più, e questo rende l’angoscia della loro morte ancora più potente, perché arriva inevitabile e improvvisa… e poi la vicenda, come la vita, va avanti.

È un libro questo che può sembrare lento, sicuramente strano, ma una cosa è certa: quando ci si accorge di essere arrivati in fondo, si scopre che qualcosa ci ha lasciato di sicuro.


Perché leggerlo? Perché se ti piace il genere horror questa è una lettura interessante e che non tutti conoscono.

Perché se ti incuriosisce l’horror psicologico questo è un buon (ottimo!) punto di partenza.

Perché se ti piacciono i personaggi complessi, in questo romanzo ne troverai parecchi!

Perché è un libro non troppo lungo, 279 pagine, che si legge tutto d’un fiato.


Perché non leggerlo? Se l’horror non ti piace, stanne alla larga!

Se l’horror psicologico ti annoia, non fa per te.

Se cerchi una lettura ricca di azione, dirigiti verso romanzi come “Misery” o raccolte di racconti come “A volte ritornano”, dello stesso autore.

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